10 Years Challenge: un’analisi della moda del momento
Alzi la mano chi, in queste ultime settimane, non si è imbattuto in almeno un post con l’hashtag #10yearschallenge o #10yearchallenge! La 10 Years Challenge: la sfida che consiste nel mettere una foto di 10 anni prima a confronto con una foto attuale. Una tendenza che ha coinvolto anche tante ballerine. Per questo ho pensato di fare un’analisi del fenomeno, valutando anche alcuni aspetti “inquietanti”.
C’è chi ha fatto il paragone tra il 2008 ed il 2018, chi tra il 2009-2019 e chi ha barato (mettendo a confronto, per esempio una foto del 2015 con una del 2019, per la serie.. ti piace vincere facile bonciboncibonbonbon), ma quella è un’altra storia.
Ho deciso di parlarne nel blog per fare un’analisi del fenomeno. E, lo ammetto, non ho resistito alla tentazione di partecipare sopratutto perché, grazie alle foto che altre ballerine di danza del ventre hanno pubblicato (due in particolare: Jamilah e Aida), ho fatto delle riflessioni personali che volevo condividere.
Molti si chiedono come mai si sia diffusa questa moda e se ci sia qualcosa di inquietante dietro. Io ho sviluppato una mia opinione personale.
Un’analisi della 10 Years Challange
I ricordi di Facebook, secondo me, hanno giocato un ruolo cruciale nel lanciare questa idea. Perché, avrete presente, tra le tante funzioni del social network c’è proprio la possibilità di “andare indietro nel tempo“. E, nonostante Facebook sia stato fondato nel 2004, la diffusione maggiore c’è stata qualche anno dopo. Proprio intorno al 2008/2009. Quindi le prime foto degli utenti risalgono proprio a quel periodo. Motivo per cui qualcuno, probabilmente usando quella funzione, si è ritrovato davanti una foto di sé di 10 anni prima e l’ha confrontata con una attuale. Magari non troppo sconvolto dal cambiamento, l’ha condivisa e.. tutti hanno seguito l’esempio. Lanciando una vera e propria sfida. Una sfida che è piaciuta al punto da diffondersi in poche ore in tutto il mondo, anche tra le star.
Il perché sia piaciuta così tanto, resta un po’ mistero. Ma forse la ragione è da ricercare in quella voglia che, nonostante si dica il contrario, tutti abbiamo di andare contro il tempo. Quella voglia di rimanere giovani. O quanto meno non sembrare così tanto “invecchiati”. I filtri bellezza e photoshop sicuramente hanno contribuito molto alla percezione che ognuno ha, virtualmente, di sé.
Alla ricerca continua della perfezione e dell’auto-affermazione
Viviamo in un’epoca dove, sembra retorico dirlo, l’aspetto esteriore condiziona la propria capacità di esprimersi. Spaventa mostrarsi per quel che si è. Ne è pieno il web di persone che cambiano continuamente qualcosa del proprio aspetto, per piacere agli altri o a sé. Che siano solo effetti virtuali o interventi chirurgici veri e propri poco importa. Siamo bombardati da immagini di persone perfette, che fanno sentire inadeguato chiunque abbia solo un minimo difetto. Vediamo 10 years challenge di persone che restano pressoché immutate nel tempo, altre migliorate. E no, non sempre è genetica.
Ma c’è chi in gioco ci si è messo davvero, prendendo foto reali. Facendo un confronto di come si era e come si è realmente. E questa sfida, quando fatta in questo modo, mi ha colpito in positivo. Il tempo che passa non è un nemico, segna il nostro volto, cambia il nostro fisico, ma sopratutto modifica il nostro essere. Ci rende le persone che siamo. Questa sfida mi ha subito fatto pensare alla famosissima frase della Magnani “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire.”
Quanto sarebbe bello se tutti riuscissimo ad accettarci ed auto-affermarci per qualcosa che non sia l’apparenza.
I pericoli “nascosti” di questa challenge
Ora, tolto l’aspetto psicologico, sembra che questa “moda” abbia anche un retroscena un po’ ambiguo. Un retroscena legato all‘algoritmo di riconoscimento facciale che grazie a questi “collage” sembra si possa potenziare, acquisendo informazioni sulle modalità di sviluppo della fisionomia nel tempo. I nostri dati, si sa, non sono più troppo al sicuro ormai e questa ipotesi di “utilizzo alternativo” è abbastanza plausibile. Tuttavia essendo dati comunque presenti online nei nostri profili dubito che si possa evitare di allenare questo algoritmo semplicemente non mettendo le proprio foto a confronto. Perché sono foto che abbiamo già diffuso. E nel momento che lasciamo una traccia online, è poi difficile toglierla. (Per questo, apro e chiudo subito parentesi, sarebbe meglio non mettere foto di minori sul web).
La storia dell’algoritmo comunque, vera o no, non ha frenato molto la gente. Lo si capisce dai numeri che segnano la partecipazione a questo gioco. Tra le persone che hanno partecipato ho visto anche Jamilah ed Aida ed è proprio grazie a loro che ho realizzato alcune cose.
Una moda che ha conquistato anche le ballerine
Vederle infatti mi ha emozionata. Seguo sia Jamilah sia Aida dagli inizi. Ho avuto una stretta al cuore nel vedere quelle foto. Io le seguivo proprio 10 anni fa, quando erano come il lato sinistro delle foto che hanno condiviso. E così è stato, per me, un tuffo immediato a 10 anni fa. Le seguivo quando erano meno conosciute e vedevo e rivedevo estasiata i loro video, traendo insegnamenti ed ispirazione. Le condividevo alle mie amiche ballerine e non, facendo vedere cosa desideravo diventare, a cosa ambivo, cosa mi emozionava. Perché io 10 anni fa muovevo i miei primi passi nel mondo della danza del ventre.
E allora non ho resistito. Ho subito iniziato a cercare anche io una mia foto. Non era più una semplice 10 Years Challenge, era un desiderio profondo di vedere come ero 10 anni fa, quando per la prima volta avevo indossato un abito di danza orientale.
E l’ho trovata. E quindi ecco la mia 10 Years Challenge
La mia 10 years challenge
2008. Ero una biondina di 21 anni in un abito rosa confetto. Quella foto rispecchia proprio la me di 10 anni fa. Occhi spensierati, sognanti. Un sorriso che la diceva lunga sulla serenità che respiravo. Era il mio primo anno nella danza del ventre. Mi ero affacciata per la prima volta in un mondo nel quale mai avrei creduto di perdermi.
Sono sempre stata una ragazza dai mille interessi, sviluppavo le passioni fino a che, soddisfatta del livello raggiunto, non mi affacciavo a nuovi mondi. Mi è capitato con tutto, tranne che con la danza. La mia costante da quando avevo 5 anni. Ma quell’anno fu decisivo, lasciai Modern Jazz per scoprire un mondo nuovo. E fu amore. Si vede da quel sorriso soddisfatto che avevo trovato la mia strada. E la percorrevo in un abito sfacciatamente rosa. E danzavo, felice. Pensando solo a quale movimento fare. Nulla più.
2018. E ti ritrovi poi, dopo 10 anni, ad essere una donna. 31 anni. Capelli biondi, ma naturali. Segno che finalmente hai trovato te stessa. E per trovarti però sei passata dal platino, al rosso, poi di nuovo biondo e poi castano.. E sembra una frivolezza parlare di capelli se non fosse che ad ogni cambio e taglio di capelli era correlato qualcosa di veramente significativo della mia vita. Momenti bellissimi e momenti atroci. E da quelli atroci, a volte, hai paura di non uscire più. E invece, esci. Tutto riprende, in maniera differente. Ma riprende. E spesso riprende perché a tenderti la mano c’è anche lei, la danza.
Sorridi ancora, con un po’ meno leggerezza e serenità negli occhi. Sogni meno, ma sorridi sempre e vuoi farlo sempre di più. Non indossi più abiti sfacciatamente rosa. Ma danzi, felice. Quello in questi 10 anni non è cambiato. Cambiano i pensieri però, ora pensi meno ai movimenti e ti lasci guidare di più dal cuore, dalle circostanze. Perché danzare alla fine è raccontarsi e perdersi, anche quando ci si è trovati.
Eccomi qui. Ho solo foto con tanto makeup e tante luci, quindi un po’ forse sto barando anche io, ma i 10 anni trascorsi li vedo tutti.
Io in questa “10 years challenge” l’ho visto il tempo passare. E ne sono proprio felice!
No Comments