Pizzica e taranta: dall’Italia al medio oriente
Conosci la differenza tra pizzica e taranta? Hai mai visto ballerine di danza del ventre danzare anche la pizzica? Hai mai visto danzare la pizzica da donne che indossavano il cintino della danza del ventre? Qual è il nesso?Come si fondono tra loro queste danze?
Quello che faremo oggi insieme è un viaggio nel sud Italia, nel Salento precisamente. Un viaggio che, se non avete mai fatto, vi consiglio di fare realmente e non solo virtualmente. Quando sono andata per la prima volta in Salento ho sentito un senso totale di appartenenza a quella terra, una terra che ti accoglie, ti scalda, ti scompiglia i capelli. Il Salento ti incanta per quanto è bello. Il Salento ti fa anche cadere in tentazione, tra cibo e vino, è un continuo assaggiare, provare, scoprire sapori nuovi. Bellezza, sapori e sopratutto tradizioni. Sono le tradizioni che fanno del Salento una terra unica. Io sono rimasta affascinata dalla loro musica e dalle loro danza, al punto che danzarle mi veniva spontaneo ed istintivo. Ed oggi parleremo proprio di questo e del perché, sempre più spesso, la danza del ventre è abbinata alla pizzica e alla taranta!
Pizzica e taranta: cos’è la taranta?
Iniziamo subito con il dire che pizzica e taranta non sono sinonimi, anche se vengono spesso usati senza distinzioni. Ed invece una distinzione c’è ed è anche fondamentale, sono due tipi di danze che hanno origini, significati e, quindi, interpretazioni totalmente differenti.
La taranta, tra le due, è la danza più antica e non nasce come una vera e propria danza, bensì come rito curativo del morso di un particolare insetto. Taranta infatti significa tarantola e le tarantole sono dei ragni molto diffusi in Puglia. Il loro nome scientifico è Lycosa Tarentula e nonostante siano da sempre ritenuti pericolosi, i loro morsi sono dolorosi, ma senza conseguenze alcune sulla vita di chi ne venga colpito. Noto è, anche a seguito di recenti studi, che il morso di tale ragno sia parecchio fastidioso, paragonabile alla sensazione di bruciore generata dal peperoncino. Questa è una conclusione a cui si è giunti negli anni più moderni, ma in passato era facile temere per l’incolumità di chi veniva morso da questi ragni. Per questa ragione le popolazioni antiche cercavano dei modi per curare coloro che venivano colpiti e morsi da questo particolare ragno. Nasce così la Taranta, una vera e propria “terapia musicale”. Musicisti specializzati nell’esecuzione di brani ritmati venivano chiamati nelle dimore delle persone morse da questo ragno, tutti si riunivano intorno al “malato”, la musica portava il paziente ad uno stato di semi-trance ed iniziava ad agitarsi e dimenarsi fino a guarire.
Quella che oggi sembra una tradizione bizzarra, ha in realtà anche una spiegazione scientifica, i movimenti convulsi che si era portati ad eseguire per assecondare quelle musiche acceleravano i battiti cardiaci, stimolando il rilascio di endorfine e questo favoriva l’eliminazione del veleno e alleviava il dolore.
A livello interpretativo la Taranta è quindi un ballo molto intenso, che grazie a movimenti ritmati e concitati, giri e salti favorisce l’entrata in uno stato di trance. Spesso alla taranta sono associati anche elementi di danza a terra, è una danza improvvisata che non segue schemi coreografici o passi specifici. Oggi è possibile interpretarla e studiarla anche da un punto di vista simbolico. La Taranta simboleggia una vera e propria rinascita: rinascita dal dolore, dalla sofferenza e dalle difficoltà. Una rinascita tutta personale, una scoperta del proprio sé attraverso il corpo e la musica che si fondono fino a compiere un vero e proprio esorcismo musicale.
Pizzica e taranta: cos’è la pizzica?
Tutt’altro significato ha invece la pizzica. Questa danza, nota anche come “pizzica pizzica“, prende alcuni movimenti della taranta e li riadatta alle danze folkloristiche, tipiche dei paesi mediterranei. La pizzica è una danza di coppia (o di gruppo), che può essere danzata ed eseguita tra uomini, tra donne o in gruppi/coppie miste. La pizzica è una danza di festa, allegra, movimentata. Non esiste un solo tipo di pizzica, ma diversi tipi, la più diffusa e conosciuta è quella di coppia eseguita tra uomini e donne. Questo tipo di pizzica, a differenza della taranta, è una danza di corteggiamento.
In questa variante della pizzica è la donna che conduce la danza: l’uomo prova a “toccare” ed “inseguire” la donna, che invece scappa e si lascia giocosamente inseguire. La pizzica, intesa in questo senso, è una vera e propria celebrazione dell’amore, spesso infatti i testi dei brani di pizzica sono delle vere e proprie dediche e poesie. I movimenti sono predefiniti, esistono delle sequenze e dei passi che possono essere speculari o sincronizzati.
Gli accessori utilizzati dalla donna per eseguire questa danza possono essere svariati, dal tipico fazzoletto alle castagnole (le nacchere salentine), può usare anche la gonna, in maniera molto composta, ma maliziosa e velatamente provocante. La pizzica non è una danza volgare, per questa ragione la gonna non deve mai superare l’altezza delle ginocchia e sempre per questo motivo non c’è contatto fisico tra l’uomo e la donna.
Pizzica e taranta quindi non possono (e non devono) essere usati come sinonimi, poiché i movimenti ed i significati sono molto differenti ed è bene tenerli a mente, sopratutto durante l’esecuzione di questi pezzi.
La pizzica, la taranta e la danza del ventre
Seppur apparentemente lontane tra loro, queste danze hanno dei fattori comuni che portano quindi le danzatrici di uno o dell’altro stile a fare delle fusioni tra i generi. La pizzica e la taranta abbiamo visto essere danze di festa e danze rituali. La danza del ventre ha le stesse origini, anch’essa nasce come danza di festa e in antichità veniva usata per celebrare dei riti. Ma non sono solo le motivazioni simili a rendere compatibili queste danze, anche i ritmi della musica medio orientale e della nostra musica tradizionale sono simili, così come alcune parole dei nostri dialetti hanno preso origine da termini arabi. La vicinanza delle terre e le dominazioni storiche sono le cause alla base di questa miscellanea.
Non è un caso quindi che molti artisti, musicisti, ma anche ballerini, abbiano dato vita ad un genere a sé, che unisce le due musiche, le due danze e le due tradizioni. Sono molti i movimenti che possono essere riscontrati in queste danze e che risultano comuni a tutte: giri, giri di testa, passi usati per lo spostamento nello spazio.. sono solo alcuni esempi, ma osservando ballerine di danza orientale e ballerine di pizzica o taranta non potrete fare a meno di trovare delle analogie.
Per questo, personalmente, ho sempre provato a danzare la musica salentina con passi anche di musica orientale e viceversa. Molti movimenti sono simili, sono dei richiami perfetti ad altre culture e provare ad unirli, mantenendo distinte le origini e conoscendo le differenze, è un ottimo modo per danzare l’unione dei popoli, l’accettazione delle culture altrui e l’apertura mentale verso tutto ciò che ci sembra “diverso” e che, a guardare bene, tanto diverso non è. Questo è l’obiettivo che cerco di perseguire con la mia danza e penso che per qualsiasi ballerina di danza orientale sia importante perseguire questo obiettivo, sopratutto in questo momento storico.
Vi lascio ad uno dei brani che più in assoluto, a mio avviso, sintetizza il mio pensiero e vi riporto queste parole:
“Andare, andare, simme tutt’eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti”
Cantatela e danzatela con il cuore aperto e lasciatevi trasportare dalla magia!
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