4 chiacchiere con.. Giulio Dilemmi
La danza del ventre, può essere ballata anche dagli uomini? Penso che questa domanda mi sia stata fatta milioni di volte e altrettante volte ho risposto di sì, consigliando di guardare alcuni video, tra cui quelli di Giulio Dilemmi.
Un ballerino versatile e che avrete sicuramente visto in qualche festival, su YouTube o.. in Televisione!
Giulio Dilemmi non ha bisogno di presentazioni, volevo però “conoscerlo” meglio e farlo conoscere meglio anche a tutte voi. Ecco perché, quando ha accettato questa intervista, sono stata felicissima.
Sono mesi che volevamo mandarla online e dopo varie vicissitudini: ce l’abbiamo fatta! Oggi posso far leggere anche a voi le mie 4 chiacchiere con Giulio Dilemmi!
Giulio Dilemmi: tra danza, arti marziali e challenge!
Eleonora Amira: Ciao Giulio! Grazie intanto per aver accettato questa intervista! Ti faccio subito una domanda che mi incuriosisce sempre degli artisti che seguo. Come e quando hai iniziato la danza del ventre? Che tipo di altre danze hai studiato oltre a questa?
Giulio Dilemmi: Ho ufficialmente iniziato Tribal Fusion verso metà 2013, con lo scopo iniziale di ”ammorbidire” i movimenti per alcuni miei progetti. Ho iniziato con le danze urbane (hip-hop, breakdance), dopodiché, nel 2009, ho avuto un’infarinatura di altri stili, come jazz e contemporaneo. Dal 2010 ho iniziato a praticare le arti marziali, che tuttora pratico (Capoeira da quasi 10 anni, Tai Chi da 5 e qualche stage di jujitsu, combattimento corpo a corpo).
E.A.: Chi sono stati i tuoi Maestri?
G.D.: Domanda abbastanza difficile, se dovessi elencare tutti i maestri di danza da cui ho studiato, non finirei più. Posso invece dire che nelle arti marziali c’è Rodney Ramos De França (in arte Professor Penteado) che è la mia guida da 10 anni e Aleksandar Trickovic negli ultimi anni. Anche perché penso che dopo un po’ non si cerchi più solo il discorso di crescita nella danza, ma anche personale.
E.A.: Oltre alla danza quindi fai tanto altro allenamento, di ogni genere! In cosa ti aiuta ciò che fai?
G.D.: Sì, come ti anticipavo, pratico capoeira che è molto completa per muovere il corpo in modi ritenuti dalla società attuale ”insoliti”, ma che in realtà ci riconnettono alla nostra parte ”primordiale”. Da questa disciplina si trae un grande vantaggio a livello di equilibrio e coordinazione e ne deriva quindi molta ”forza”.
Pratico anche Qi Gong e Tai Chi, che non sono assolutamente un potenziamento muscolare ”di forza bruta”, ma sono un ottimo allenamento per ottimizzare l’uso della propria energia e lavorare con la struttura muscolo-schelettrica tramite la respirazione.
Riguardo a potenziamenti più ”crudi”, quando posso pratico Calisthenics e mi alleno con i pesi.
E.A.: Sei un artista estremamente versatile ed amante delle fusion, molti tuoi video risultano veramente particolari, come quello che hai realizzato in occasione dell’uscita dell’iPhone o ispirato a Shakira.
Come ti vengono queste idee e come riesci a trasformarle in danza?
G.D.: Non ti saprei dare una risposta ben precisa. Sono convinto che se vuoi andare da qualche parte le idee prima o poi arrivino.
Io ho un brutto difetto, che è quello di avere una ”memoria da pesce rosso” (che mi ha svantaggiato in tantissimi settori nella mia vita) e questo succede anche con le idee che mi vengono. La maggior parte delle idee, se non le segno da qualche parte, va nel dimenticatoio.
L’esperienza in TV
E.A.: Sei stato, grazie alla danza, anche in TV ed hai ricevuto molti complimenti dai giudici di “Tu Si Qui Vales”, cosa porti con te da questa esperienza?
G.D.: Parto dall’inizio di questa storia. A marzo 2017 pubblico una challenge riguardante il famoso Drum Solo ”ojos asì‘‘, che ho lanciato io.
Verso Agosto 2017 decido di mandarlo online con un nuovo formato, più adatto per Instagram e decido di taggare tutte le fanpage di Shakira.
Un paio di settimane dopo, Shakira riposta per la prima volta il mio video.
Nell’estate 2018 Il mio canale Youtube ha una piccola impennata di iscritti, il video dove ”imito” Shakira sta pian piano diventando virale anche su Youtube, raggiungendo i 2 milioni di views, ma ricevo una mail da Youtube dove mi comunicano che il mio video è stato bloccato in tutto il mondo per motivi di Copyright.
Io l’ho trovato ingiusto, dal momento che perfino Shakira aveva ricondiviso il video, ma nel frattempo Tu Si Que Vales mi aveva chiamato per partecipare alla loro trasmissione. Mi hanno consigliato di fare il Drum Solo di Shakira e ne ho approfittato dell’occasione per ”riguadagnare” il video e le visualizzazioni che avevo perso visto che i mass media possono ottenere i diritti per pubblicare il video.. e così è stato!
Non solo TSQV mi ha dato visibilità in Italia, ma Shakira ha addirittura ripostato il video una seconda volta.
Mi sono sentito ”vittorioso”, non tanto per una questione di visibilità, ma per una questione di soddisfazione personale. Ho visto che una persona può fare la differenza perfino sui ”grandi poteri”.
È come se un umano avesse vinto contro un algoritmo e, quell’essere umano, ero io!
Ho capito che, con un po’ di sana testardaggine e costanza, una persona può ancora fare la differenza.
Ho letto articoli e sentito voci che dicevano che TSQV è stato il mio ”trampolino di lancio” e che da lì in poi ho incominciato a diventare ”famoso”. Mi sento di smentire questa storia: TSQV mi ha dato un’ottima visibilità e mi ha dato la soddisfazione di cui ti ho parlato poco fa, ma dire che da lì in poi sia ”esploso” non è corretto.
Buona parte della “fama” e i lavori che ho sono dovuti a oltre 300 video che ho diffuso nella rete negli ultimi 6 anni, costante tenacia e notti insonni passate a registrare, analizzare e montare video. Quindi sì, TSQV ha contribuito alla diffusione del mio nome, ma il lavoro che ho non lo devo tutto a loro.
Il merito è anche di tutti gli organizzatori che mi hanno dato l’opportunità di partecipare a bellissimi eventi in tutto il mondo e di tutta la gente che ha contribuito a diffondere il mio nome, anche semplicemente condividendo le mie foto ed i miei video. Ciò che mi ha portato qui è l’insieme di tante persone e circostanze, ci tengo sempre a specificarlo per rispetto a ciascuno di loro.
E.A.: Grazie alla danza hai anche modo di viaggiare molto, in quale posto hai preferito insegnare ed esibirti? E perché?
G.D.: Mi fai domande difficili 😉 Neanche qui ti posso dare una risposta precisa, perché dipende da tanti fattori. Quando viaggio sì, mi diverto, ma prima di tutto sono lì per lavorare, quindi probabilmente sarebbero più importanti le persone con cui lavoro del posto stesso.
Ti posso orientativamente parlare di alcune cose in generale che mi vengono in mente in questo momento:
- Ho un amore per il Giappone, ci sono stato 8 volte, mi piace molto il modo di lavorare che si ha lì, hanno un’incredibile disciplina e una mente molto schematica (a volte molto importante per determinati tipi di lavoro nella Tribal Fusion)
- Mi piace molto anche la Spagna (un posto che, per assurdo, è quasi opposto al Giappone per tanti aspetti culturali), ma mi piace l’atmosfera sempre ”festaiola” degli spagnoli e il modo di fare molto caloroso che, ahimè, spesso (per fortuna non sempre), qui nel Nord Italia manca.
Pregiudizi e problemi legati alla danza
E.A.: In Italia è ancora molto raro vedere ballerini uomini dedicarsi a questa disciplina. Hai mai avuto problemi legati a pregiudizi o all’incomprensione, da parte degli altri, rispetto a ciò che fai?
G.D.: Penso che la parola ”incomprensione” sia all’ordine del giorno per la gente che fa cose simili alle mie. Il fatto di mescolare molte danze insieme in alcuni ambienti è normale, a volte invece per la comunicazione mainstream bisogna trovare metodiche ben precise per essere diffuse più facilmente. Quindi sì, ho avuto problemi soprattutto all’inizio e mi è toccato fare a ”gomitate” contro l’ignoranza di molta gente per fare la differenza.
Guardando anche un altro punto di vista (parlando dalla massa in generale), spesso (per fortuna non ovunque) in Italia il mondo sia della Tribal Fusion sia della Danza del Ventre è considerato solo per ‘‘gente matura”, ergo c’è lo stereotipo che solo le donne dai 40 anni in su pratichino queste danze, quindi molto spesso la clientela più giovane difficilmente prenderebbe lezioni sia di orientale che della fusion.
Sto cercando di commercializzare quello che faccio anche per aprire la mente a chi guarda i miei video o frequenta i miei workshop, in modo da avvicinare la clientela anche più giovane, anche se è difficile combattere contro gli stereotipi della cultura italiana.
In altre nazioni, ad esempio Europa dell’est, Russia, Argentina e tante altre nazioni, questi problemi sembrano non esserci.
Parlando di haters: ne ho un po’, ma a dir la verità me ne aspettavo di più (forse perché non sono ancora abbastanza famoso hahaha).
Sui social ho ricevuto commenti di odio o insulti o pregiudizi sulla mia sessualità solo per il modo in cui ballo, ma al di fuori di questa gente, fino ad ora penso di aver ricevuto un buon riscontro da chi mi segue.
E.A.: Ti sei mai trovato in situazioni spiacevoli a causa della danza?
G.D.: Sì, ti racconto un episodio che è successo in un ristorante. Mentre stavo facendo un’esibizione in un ristorante, una donna mi ha toccato il sedere e questo era sotto gli occhi di tutti. Io non ho detto niente perché non avrebbe sortito alcun effetto, ma sono sicuro che se fosse successa la stessa cosa invertendo i ruoli, sarebbe saltato fuori un putiferio e questo non è assolutamente positivo.
Queste esperienze mi fanno capire quanto possa essere frustrante essere strumentalizzati come oggetto del desiderio, senza capire che l’altra persona sia un essere umano proprio come noi.
Spesso la gente si dimentica questo e penso che molte volte (forse) possa essere colpa non tanto del singolo individuo, ma della mancanza di questa consapevolezza verso il prossimo. Nella danza e nelle arti marziali tuttora sto imparando questo e, nonostante non abbia nemmeno un diploma superiore, penso comunque di aver imparato qualcosa di molto utile riguardo al rispetto nel prossimo.
I consigli di Giulio per voi
E.A.: Cosa vorresti consigliare ad un uomo che vorrebbe avvicinarsi a questa danza, ma teme di non essere in grado o di essere giudicato?
G.D.: In questa, come in tante altre danze ritenute ” femminili” dalla società, la parola chiave è ”fregarsene” e fare quello che piace a noi stessi, che poi è quello che andrebbe fatto sempre.
Riguardo ad essere o non essere in grado, penso che nessuno nasca “imparato”. Come dico sempre, se l’allievo ”inesperto” riuscisse a fare tutti i passi che sa fare l’insegnante.. allora quell’allievo dovrebbe essere l’insegnante! (Anche se è discorso puramente concettuale perché fare l’insegnante è un mestiere totalmente diverso da quello del ballerino). Quindi, se un uomo entra in sala con il giusto spirito e la voglia di imparare, ha tutto il diritto di farlo.
È riprovevole chi gli si punti il dito contro perché non riesce ad imparare qualcosa subito oppure, peggio, perché è un uomo piuttosto che una donna.
E.A.: Cosa vuoi dire a chi ti vede come un esempio e vuole raggiungere i tuoi livelli?
G.D.: Dico già in anticipo che non mi ritengo un ballerino ”di livello” anzi, a volte guardandomi allo specchio mi domando ”ma io sono un ballerino”?
Però, per come la vedo io, bisogna essere molto testardi e ostinati. È importante trovare la gente giusta che insegni bene a praticare quello che si vuole imparare, non solo nella danza, ma in qualsiasi sport o disciplina artistica.
Se si vuole diventare professionisti (quindi, farlo di professione), bisogna ASSOLUTAMENTE trovare la gente giusta, ergo ragionare con la propria testa. Questo è anche quello che fa un buon imprenditore, trovo ci siano parecchie analogie tra chi lavora con la danza e chi fa impresa.
Bisogna considerare anche il fatto che la visione della danza, quando comincia a diventare ”un lavoro”, cambia: Lì inizia una grande sfida contro sé stessi, perché spesso si finisce per ”odiarla”.
Forse per questo tanta gente continua ad affrontarla solo come un hobby, e la capisco. Da parte mia la danza è nata come manifestazione di libertà, una passione pura e ”forzare” questa passione non è facile.
A volte diventa pesante gestire il livello di stress e le frustrazioni/insoddisfazioni, perché è difficile trovare un’effettiva meritocrazia negli ambienti artistico-imprenditoriali.
Ma, alla fine, questa vita me la sono scelta io, quindi dato che ho voluto la bicicletta, mi tocca pedalare 😉
Come studiare con Giulio Dilemmi
Eleonora Amira: Grazie per questa chiacchierata Giulio, è stato interessante conoscere il tuo punto di vista e la tua storia. Chi vuole studiare con te, dove può trovarti?
Giulio Dilemmi: Per seguire tutti gli aggiornamenti, possono mettere ”Mi Piace” alla mia pagina Facebook: GIULIO DILEMMI
Possono anche seguirmi su Instagram, spesso nelle storie dico dove sarò www.instagram.com/giuliodilemmi.
E ogni tanto dare un’occhiata al mio sito www.giuliodilemmi.com/events che aggiorno con tutte le mie date future.
No Comments