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Tarab: l’estasi musicale trasformata in danza

Hai mai sentito la parola “tarab”? Ti è capitato mai di ascoltare una ballerina dire: “questa musica è perfetta per un tarab”? Cosa significa esattamente “tarab”? A queste, e molte altre, domande risponderò con questo nuovo articolo! 

Come prima cosa facciamo chiarezza sul significato di questa parola e andiamo a capire come mai è un termine che viene usato spesso dalle danzatrici di danza orientale. Andiamo poi a capire anche come si può danzare qualcosa che prende il nome di “Tarab”. Se c’è una tecnica particolare o uno stile più appropriato di un altro. Al termine dell’articolo troverete il link ad un video di una mia recente performance di questo tipo. Ma iniziamo per gradi con lo scoprire cosa è un tarab.

Cosa significa Tarab?

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Tarab è una parola araba che indica lo stato d’estasi che si vive quando si ascolta una musica che ci piace molto, che ci emoziona e ci permette un distacco dal luogo in cui siamo, per trasportarci altrove. Ali Jihad Racy, in uno dei suoi libri (Making Music in the Arab World) afferma proprio che “Nella cultura araba, la fusione tra la musica e la trasformazione emotiva che avviene nell’ascoltatore è esemplificato da un concetto, il tarab, che non può avere un esatto equivalente nelle lingue occidentali”. E proprio per questo prendiamo a prestito questo termine e lo usiamo per indicare questa emozione che ci pervade ascoltando qualcosa che riesce a modificare il nostro stato emotivo.

Non tutte le canzoni o le musiche riescono a suscitare queste emozioni. A volte ci emozionano le parole, altre volte ci emoziona la composizione musicale o gli strumenti usati, altre ancora (pur non conoscendo il significato del testo) ci emoziona la voce. La musica parla, comunica e spesso si riesce a capire il senso di un testo, anche se viene cantato in un’altra lingua. Proprio qualche giorno fa, su Facebook, ho scritto un post che si riferiva a questo. Ascoltando una canzone di cui assolutamente non conoscevo il testo, mi evocava delle immagini. Cercando bene il significato, ho scoperto che ciò a cui pensavo corrispondeva esattamente al testo.

Quando dicono che per danzare un tarab è necessario conoscere il testo quindi è vero, ma a mio avviso lo è in parte. Spesso (come nel mio caso) la musica parla con un linguaggio universale, che non ha bisogno di traduzioni.

Come prepararsi all’esecuzione di un tarab

Ora che conosciamo bene il significato di questo termine andiamo a vedere come si può applicare alla nostra danza. Il Tarab non è uno stile, ma come abbiamo visto è una parola che indica uno stato d’estasi generato dalla musica. Un po’ quello che succede danzando. Sarà capitato anche a voi di ballare e perdere tutte le costrizioni mentali, lasciandovi andare e facendovi trasportare solo dalla musica. Ecco, un “tarab”, si balla così. Lasciandosi andare, staccando la testa dagli schemi coreografici e sentendo la musica non con la testa, ma con il cuore. Serve tecnica per improvvisare, ma serve anche la capacità di emozionarsi per emozionare gli altri.

danzare un tarab

Se vi state chiedendo se c’è un modo per interpretare al meglio un brano, naturalmente la risposta è sì. Iniziate sempre con l’ascoltare la musica che avete scelto e fatelo ad occhi chiusi. Cercate di non pensare a dove vi trovate, staccatevi per un attimo dal vostro corpo. Pensate a cosa vi trasmette quel brano, a cosa vi sta comunicando in quel preciso momento. Una volta fatto questo piccolo esercizio, cercate di mantenere vivo il ricordo di ciò che avete provato ascoltando quella musica ed iniziate a danzare. Il miglior modo per danzare qualcosa di simile è l’improvvisazione, ma se desiderate potete creare anche una coreografia. Se optate per questa seconda opzione, cercate di trasformare subito, a caldo, quelle emozioni in movimenti precisi. Fate prendere una forma definita, attraverso il vostro corpo, a tutte le immagini che avete sentito con il cuore, durante l’ascolto ad occhi chiusi. Il segreto per un tarab perfetto è arrivare (una volta deciso come interpretare il brano) a danzare senza pensare ai movimenti. Fatevi muovere solo dalla musica, questo è l’obiettivo!

Non essendo uno stile, non esistono errori in un tarab. L’unico errore è quello di essere troppo razionali nell’eseguirlo, per questo è bene danzare pezzi propri e non coreografati da altri per interpretare un tarab. Altrimenti si rischia di pensare troppo a “cosa” fare e non ci si può immergere al 100% nelle proprie emozioni.

Come danzare un tarab

I movimenti “giusti” sono dettati dalla musica. L’uso delle mani e delle braccia vi verrà spontaneo, perché spesso ad emozionarci sono i brani più lenti, fatti di melodie morbide eseguite con strumenti classici. Su questi brani l’uso delle mani e delle braccia è quasi istintivo. Inoltre le braccia e le mani sono da sempre usate nella danza per comunicare le emozioni, possono nascondere, indicare, mostrare, possono sfiorare delicatamente il corpo, i capelli o l’accessorio che si è deciso di utilizzare per l’interpretazione.

Tutti i movimenti sinuosi del corpo (dalle spalle alle gambe) possono essere usati per accompagnare le parole o la musica, così come quelli più scattosi possono evidenziare degli accenti musicali più marcati o delle parole specifiche a cui si desidera dare maggior risalto rispetto ad altre.

Per quanto riguarda gli accessori da utilizzare a me piace molto danzare con il velo su brani simili, velo che utilizzo come un’estensione di me stessa. Ma qualsiasi accessorio vi permetta di esprimervi andrà bene per il vostro pezzo.

Chi può danzare un tarab

Banalmente, la risposta a questa domanda è “chiunque”. Qualsiasi ballerina che sappia emozionarsi può danzare un brano che le faccia provare e sentire il famoso “tarab”. La tecnica aiuta ad eseguire movimenti più puliti e combinare sequenze più articolate, ma anche una persona che si avvicina alla danza da poco può utilizzare i movimenti che conosce per fondere musica e danza, cuore e corpo. Non esiste quindi un livello più o meno adeguato per danzare con il cuore e con l’anima, è anzi consigliabile sperimentare da subito questo approccio alla danza, per coglierne immediatamente l’aspetto più profondo. Per trasformare la danza in un potente mezzo di comunicazione.

Scegliete il vostro brano preferito, chiudete gli occhi ed iniziate a danzare!

Qui trovate invece un  video di una mia recente interpretazione della canzone “Tu si na cosa grande“, cantata dai Radiodervish.

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