Preconcetti e pregiudizi sulle donne e sulla danza

Preconcetti e pregiudizi sulle donne e sulla danza

L’8 marzo è arrivato e con questo giorno si amplifica tutta l’attenzione sulla donna. Il suo ruolo nella società e la sua posizione nel mondo. A me questa giornata non è mai piaciuta particolarmente, un po’ probabilmente complice la mia allergia al polline e all’effetto che quindi provoca su di me questa invasione di mimose ovunque. 

Starnuti a parte, il problema più grande è che siamo nel 2025, eppure, ancora facciamo fatica a liberarci di determinati preconcetti e stereotipi che puntualmente cercando di essere abbattuti proprio in questa giornata, creando inevitabilmente l’effetto opposto.
Tante le idee errate e le etichette che, chi danza per passione o lavoro, ritrova anche in questo ambito. 

Mi sono trovata tantissime volte a fronteggiare a frasi e insinuazioni rivolte tanto quanto alle donne in generale, quanto alle donne che scelgono di praticare una danza come quella medio orientale. I cliché abbondano e rischiano di appiattire la ricchezza dell’essere donna, ma anche dell’essere una ballerina.

Oggi vorrei sfatare alcuni luoghi comuni che riguardano le donne e che, nella danza, sembrano trovare persino conferma. Spero possa essere un invito a guardare con occhi nuovi sia la condizione femminile sia la ricchezza culturale della danza del ventre.

1. Se non ti si sistemi, chissà che penseranno di te!

Uno dei preconcetti più radicati è che la donna debba sempre apparire “perfetta”. Senza rughe, con il trucco impeccabile, i capelli in piega. Magra, ma non troppo. Tonica, ma non eccessivamente. Affascinante, ma non provocante. Sono aspettative soffocanti, che non si applicano quasi mai con la stessa intensità agli uomini, e riducono l’essenza di una donna alla mera apparenza. Ecco quindi che ogni donna si sente in dovere di adeguarsi a ciò che la società le richiede: tinte per capelli, interventi chirurgici, allenamenti estenuanti, diete ferree. Questo non è sbagliato, se è ciò che una donna sceglie di fare per sentirsi bene, ma è sbagliato se lo sceglie per conformarsi all’aspettativa che gli altri hanno verso di lei.

Questa ricerca ossessiva di perfezione e apparenza spesso la ritrovo nelle ballerine e questo porta molte donne ad allontanarsi, prima ancora di iniziare, dalla danza medio orientale. Perché la taglia, l’età o la corporatura non corrispondono a quelle “giuste” per avvicinarsi a questo percorso. 

Perché è sbagliato? 

Perché è ora che anche la donna possa liberarsi dall’ossessione verso l’apparenza. Sottolineo che non c’è nulla di male a ricorrere a dei trattamenti estetici se lo si fa perché non ci si sente bene all’interno del proprio corpo e non andrebbe mai giudicato chi lo fa. È importante però farlo per se stesse e, soprattutto, è importante smettere di criticare chi invece decide di non farlo. Chi sceglie di stare con i suoi “difetti”, le rughe, i capelli bianchi, con le sue imperfezioni. Ogni donna è molto più del suo aspetto fisico: ha sogni, competenze, sensibilità e un corpo che merita di essere celebrato, non giudicato. 

La danza del ventre fa proprio questo e lo fa in un clima di accoglienza di tutte le fisicità e di tutte le età, benchè ancora si ritenga il contrario.

 

2. La seduzione è la tua unica arma

Un altro luogo comune, estremamente collegato al primo, è quello che vede la donna come un essere che esercita la propria influenza sugli altri, solo grazie al “fascino” o alla “malizia”. La danza del ventre, etichettata come “seducente”, subisce lo stesso riduzionismo, quasi fosse uno strumento di ammaliamento. 

Questa danza però è ricca di cultura, oltre che di fascino. Presa nella sua accezione più tradizionale è una danza di celebrazione e comunione. È spesso danzata da uomini e gli abiti tradizionali non sono provocanti e tanto meno intenzionalmente provocatori. C’è stata – e c’è tuttora, purtroppo – una diffusione errata di questa disciplina in alcuni contesti che ne hanno snaturato le origini e da cui, posso assicurarvi, tutte le ballerine e insegnanti che la divulgano in modo corretto, ne prendono le distanze. 

Perché è sbagliato? 

Perché è sufficiente fare un po’ di ricerca per capire che, per quanto i movimenti di bacino e la fluidità dei movimenti siano centrali in questa disciplina, non è tutto ridotto a questo. La danza del ventre incarna una connessione profonda con il corpo e con le radici culturali da cui ha origine. È un atto di amore verso sé stessi e una forma di espressione artistica. Il fatto che sia praticata principalmente da donne in occidente ha portato a far associare, come conseguenza inevitabile di un’errata mentalità generale, la danza alla seduzione. La donna, che da sempre è vista e disegnata come “tentatrice”, trova nella danza del ventre l’espressione massima di questa ideologia, completamente sbagliata. Dietro un abito incantevole e dei movimenti sinuosi, però, c’è lo studio, la dedizione e il rispetto di una cultura millenaria. Così come dietro ogni donna c’è un bagaglio di sogni, competenze e personalità che dovrebbero essere il motivo principale per cui una donna debba essere ritenuta attraente.

3. La competizione tra donne

Una delle narrazioni più ricorrenti è quella che dipinge le donne come avversarie per natura, pronte a farsi la guerra in ogni contesto, compreso quello artistico. Nell’ambito della danza, questo si traduce in un’immagine di gruppi di ballerine costantemente in rivalità, tutte alla ricerca di un posto in prima fila per brillare di più rispetto alle altre (e pronte a tutto per farlo!).
Questa idea trova conferma anche sul lavoro e nella vita in generale. Le donne vengono spesso dipinte come persone rancorose e invidiose.

Questa narrazione sbagliata viene spesso alimentata da film e libri, ma anche da chiacchiere e pettegolezzi. Il lavoro, come la danza, diventano così ambienti dove non sembra poter esserci alcun aiuto da parte di altre donne.

Perché è sbagliato? 

Perché ne ho esperienza diretta, soprattutto con la danza! Le amicizie più belle che ho sono nate proprio nelle sale a specchi. Frequento scuole di ballo da quando avevo 5 anni e mentirei nel dire che non esiste invidia o un po’ di competizione. C’è però anche la capacità di vivere queste situazioni, soprattutto crescendo, come spunti di miglioramento non solo di se stessi, ma anche del proprio rapporto con gli altri. 

Personalmente mi impegno ogni giorno per creare un clima di collaborazione tra le mie allieve, studio esercizi pensati per aumentare la loro connessione, come la danza in cerchio o combinazioni in coppia. Favorisco momenti di condivisione e apertura. Anche nelle colleghe ricerco lo stesso approccio positivo: mi piace lavorare e collaborare solo con le persone che la pensano come me, che non vedono nelle altre donne una minaccia, ma un’opportunità di scambio reciproco e conoscenza profonda. 

4. Abbassa la testa, o chissà che penseranno di te

Un altro luogo comune, spesso contraddittorio rispetto alla richiesta di essere sempre “perfette”, è quello che impone alla donna di non “esagerare”. Mostrarsi con abiti appariscenti, trucco intenso o accessori vistosi diventa motivo di critica e accusa. Una provocazione, un voler “richiamare su di sè le attenzioni”. Qui si apre un capitolo delicato, perché purtroppo collegato in modo stretto anche alla violenza di genere che spesso viene “giustificata” dall’abbigliamento o dall’atteggiamento di una donna. 

Mi è rimasto impresso un commento sotto a un mio video che avevo dedicato alla postura della danza del ventre. Una ragazza mi chiese se camminare anche nella vita a testa alta, nella stessa postura che uso per danzare, mi creasse problemi. Specificò che temeva di risultare altezzosa e spocchiosa adottando quella postura e voleva sapere se a me fosse mai successo. Rimasi interdetta, non dalla sua domanda, ma dal motivo che la spinse a farmela: davvero una donna deve preoccuparsi addirittura di essere (o sembrare) sicura di sè?! Per andare bene agli altri davvero occorre abbassare la testa e incurvare un po’ le spalle?

Perché è sbagliato? 

Qui è veramente tutto sbagliato: nella vita e nella danza sembra sempre che una donna debba mantenere l’equilibrio su una fune sottolissima composta da tutte le aspettative che la società ha su di lei e basta una minuscola mossa sbagliata per cadere giù. Ogni donna dovrebbe avere il diritto di vestirsi e muoversi nei modi in cui si sente più a suo agio e se c’è una cosa che la danza del ventre mi ha insegnato, personalmente, è proprio questo. Essere me stessa: in sala e al di fuori della sala. Ho imparato ad ascoltarmi, a scegliere l’abito da scena o da allenamento in base all’umore e al mio sentire personale di quella determinata giornata, senza pensare se è troppo o troppo poco. 

Questo si riflette anche nella vita: non mi sento più in dovere di truccarmi per andare in ufficio e non ho bisogno di un pretesto particolare per sfoggiare, al contrario, un look più ricercato.

5. Non fa per te, lascia perdere!

L’ultimo problema, ma questo non riguarda solo le donne, è quello di avere a che fare con persone che pensano di conoscere gli altri al punto da poter dare dei consigli definitivi sulle scelte che devono affrontare. Quando, ad esempio, si comunica di voler cambiare lavoro, intraprendere un determinato tipo di studi o iniziare un nuovo corso, come appunto quello di danza del ventre, esordiscono con un “Ma non fa per te!! Lascia perdere!!”. Il problema più grande? È che a volte si finisce per crederci. Ci si ingabbia in pensieri limitanti imposti da parenti e amici, che magari sentenziano – senza cattiveria – ma non accorgendosi dell’impatto che determinate frasi possono avere sugli altri. 

Potrebbero farlo con tutte le buone intenzioni del mondo, ma le ripercussioni che possono avere sulle vite altrui spesso sono più grandi del previsto. Portando a rinunciare o a rimandare decisioni che potrebbero migliorare l’umore, o addirittura la vita, di chi si trova a valutarle.

Perché è sbagliato?

Quando si decide di fare qualcosa è perché il proprio istinto la ritiene giusta e non c’è nulla di più giusto che affidarsi al proprio sentire personale per fare una scelta, piccola o grande che sia. Gli altri spesso danno dei giudizi o dei pareri partendo da esperienze personali che influenzano il loro modo di vedere determinate situazioni e filtrarle per quella che è la loro visione. Non c’è nulla di male ad ascoltare un consiglio o il parere altrui, ma la scelta finale dovrebbe spettare sempre a te.

Rivendica il tuo diritto a essere chi sei!

Quindi non temere il giudizio altrui: non farti fermare dalla paura di essere considerata “troppo” o “troppo poco”. Misurati sulla base delle tue aspettative personali e cerca di essere sempre coerente e fedele a te stessa. Se oggi ti fanno gli auguri, ringrazia e sorridi. Non iniziare battaglie sul femminismo con chi, domani, probabilmente dimenticherà tutte le frasi di circostanza che dirà oggi. 

Non perdere tempo a far valere le tue idee con chi potrebbe non capirle o condividerle: se qualcosa per te è importante, falla! Non aspettare l’approvazione o la validazione esterna e soprattutto festeggiati, non oggi, ma ogni giorno e fallo nel modo che preferisci.
Canta, struccati, truccati, vai dal parrucchiere o spettinati con il vento dall’alto di una montagna o in riva al mare. Fai ciò che ti fa sorridere e se a farti sorridere è la danza: non farti fermare dalla paura, inizialo quel corso che rimandi da tempo che, te lo assicuro, non potresti farti regalo più grande!

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